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Chirurgia della cuffia dei rotatori:
Una nuova ancora a vite con barretta di tenuta e nodo premontato per facilitare la chirurgia artroscopica della cuffia: note di tecnica
Nella chirurgia della cuffia dei rotatori si può incontrare spesso difficoltà e possono insorgere complicazioni nella esecuzione dei nodi necessari per fissare la cuffia alle ancore: l’ambiente liquido altera la consistenza dei fili e la loro tenuta e sono necessari diversi portal con cannule per il “parcheggio” dei fili stessi e diversi strumenti per i passaggi. 
Questo vale soprattutto per i principianti che possono scoraggiarsi di fronte alle difficoltà di queste procedure. 
Ritengo quindi vantaggiosa e utile per facilitare un buon numero di procedure di fissazione tendine-osso l’utilizzazione di una nuova “ancora” costituita da una vite metallica di nuova concezione disegnata per passare attraverso i tendini della cuffia e fissarsi solidamente al trochite.
All’ancora sono fissati due fili che passano attraverso una barretta di materiale plastico per una migliore tenuta sul tendine; al di sopra della barretta i due fili presentano un nodo preannodato.
Nella confezione la vite è montata su un apposito cacciavite a perdere, nella cui anima cava è disposta la barretta in senso verticale con sopra il nodo; dall’estremità del cacciavite esce quindi un solo filo che servirà per stringere il nodo, con un apposito stringi-nodo , sulla barretta e quindi sul tendine appoggiato alla zona cruentata dell’osso.
Viene fornita in due calibri: mm 3.5 e mm 5.0 da utilizzare in base alla tenuta ossea. 

TECNICA CHIRURGICA ARTROSCOPICA.
Identificata la lesione tendinea e verificata con l’apposita pinza da presa la riducibilità e la giusta posizione del tendine da riparare, si pratica un piccolo portal con un bisturi n°11 attraverso cui si fa entrare la vite montata sul manico: le piccole dimensioni della vite e del manico (mm 3.5 o mm 5.0 ) e l’unico filo che esce dall’impugnatura permettono l’introduzione diretta nel piccolo portal senza bisogno di una cannula. 
Sotto il controllo diretto dell’artroscopio nella via posteriore o laterale si traziona il tendine con una pinza da presa nella giusta posizione sul trochite cruentato e avvitando la vite si passa attraverso il tendine; si verifica ancora la giusta posizione sul trochite manovrando il manico e si avvita il complesso manico-vite nel trochite fino alla profondità indicata da appositi segnali posti sul manico. .

Si asporta parzialmente il manico liberando la barretta e la si posiziona orizzontalmente e nella posizione scelta utilizzando il manico stesso. Estratto completamente il manico e liberato l’unico filo si applica sullo stesso filo uno spingi-nodo che serra il nodo sulla barretta fissando saldamente il tendine all’osso nel punto desiderato. 
In base alla estensione ed alle caratteristiche della lesione si può utilizzare una sola o più di una ancora fino alla soddisfacente fissazione tendinea.

CONCLUSIONI: questa comunicazione al momento può essere solo una nota di presentazione di una nuova tecnica: i primi risultati a breve distanza sono soddisfacenti quanto quelli del fissaggio con ancora e nodo e non ci sono stati fallimenti del fissaggio, né intraoperatori né a distanza, con il vantaggio di una estrema semplificazione e rapidità di tecnica che ne permette la ripetitività anche in mani non particolarmente esperte.

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