Quando l’esame clinico ma soprattutto gli esami
strumentali, come la RMN, fanno prevedere la possibilità di
una lesione cartilaginea, isolata o associata a lesioni
meniscali e legamentose, occorre prevedere nel planning
pre-operatorio e quindi avvisare il Pz. di tre possibilità:
1. Lesione cartilaginea di piccola importanza che viene
trattata con pulizia e debridement artroscopico
2. Lesione di maggiore importanza che necessita di un
trapianto autologo, con cilindri di cartilagine sana prelevati
dallo stesso ginocchio in una sede fuori carico e trapiantati
nella sede danneggiata.
3. Lesioni ancora più estese dei condili femorali, dei
piatti tibiali e della rotula, che possono necessitare di una
tecnica in due tempi: prelievo artroscopico di cartilagine,
coltivazione delle cellule e successivo impianto, con un
secondo tempo chirurgico aperto od artroscopico.
Tutto ciò entro il limite di età di 50-55 anni; dopo
questo limite le lesioni cartilaginee importanti e
sintomatiche che sconfinano nella artrosi del ginocchio devono
essere trattate con artroprotesi mono- o bi-compartimentali
secondo i casi. |